Il metodo

Quando si parla di Terapia Breve Strategica si parla di un intervento terapeutico breve e mirato che agisce su due livelli: eliminare la sintomatologia che induce il paziente a richiedere l’aiuto dello psicoterapeuta e produrre un cambiamento nel modo in cui la persona percepisce, costruisce  e reagisce alla realtà, fornendole quegli strumenti essenziali che rendano permanenti i risultati.

I disturbi psicologici non vengono considerati come malattie biologiche da cui guarire, ma dei problemi da risolvere. L’obiettivo terapeutico è quello di cambiare le proprie abitudini disfunzionali e di trasformare quell’equilibrio disfunzionale in funzionale.

Il terapeuta strategico non utilizza farmaci e attraverso l’uso di una sequenza di tecniche specifiche conduce il paziente alla scoperta del “come” il problema funziona e può essere risolto.

Terapia Breve Strategica Giorgio Nardone

Come funziona la Terapia Breve Strategica

L’approccio strategico alla psicoterapia rappresenta una prospettiva rivoluzionaria rispetto alle forme convenzionali di intervento psicoterapeutico. Caratteristica distintiva di questo modello di terapia è la sua capacità di produrre cambiamenti in tempi brevi, anche nel caso di disturbi ben radicati e persistenti da anni.

Il modello di psicoterapia breve strategica formulato da Paul Watzlawick e poi evoluto da Giorgio Nardone, è stato validato empiricamente e scientificamente nell’arco di  ca. 30 anni e ha portato alla formulazione di protocolli d’intervento evoluti di terapia breve, che mirano allo sblocco delle diverse patologie.

In Terapia Breve Strategica il modello è orientato al cambiamento sin dal primo incontro con il paziente, utilizzando la procedura innovativa del dialogo strategico. Quest’ultima è una tecnica evoluta di diagnosi-intervento che consente di condurre paziente e terapeuta alla scoperta del “come” il problema funziona e può essere risolto.

Si parte dal presupposto che, per cambiare una situazione problematica, non sia necessario indagare quali siano le cause che l’hanno determinato nel passato, poiché su queste non è possibile alcuna forma di intervento.

Ciò che è indispensabile è lavorare sul presente, sulla situazione attuale che sta vivendo la persona per intervenire sul disagio e, attraverso tecniche e strumenti, trovare una soluzione efficace e decisiva. Gli aspetti che caratterizzano l’intervento terapeutico si basano sul circolo vizioso che mantiene in vita il problema alimentato dalle tentate soluzioni. A questo scopo si indagano le tentate soluzioni disfunzionali, rappresentate da tutto ciò che viene messo in atto dalla persona e/o dal sistema intorno alla persona per gestire una difficoltà. Le tentate soluzioni, che si sono dimostrate efficaci in passato rispetto a determinate situazioni problematiche, vengono di norma reiterate nell’applicazione anche in contesti diversi, rendendo però il sistema rigido e portando alla costruzione della patologia.

Pertanto, l’intervento terapeutico, caratterizzato dall’utilizzo di manovre mirate ed efficaci, ha l’obiettivo di interrompere i circoli viziosi che si sono creati.

La terapia breve strategica permette di sviluppare interventi basati su obiettivi concreti prestabiliti e sulle caratteristiche specifiche del problema in questione.

Alla base della psicoterapia breve strategica c’è l’esperienza emozionale correttiva, costrutto formulato da Franz Alexander nel 1946, ovvero il concetto che il cambiamento si realizzi solo dopo esperienze che concretamente facciano sperimentare al soggetto di poter fronteggiare ciò che crede di non essere capace di fare.

Per effettuare cambiamenti terapeutici rapidi e concreti è necessario che le esperienze emozionali correttive appaiano casuali al paziente, mentre in realtà sono stratagemmi pianificati dal terapeuta attraverso manovre comunicative o prescrizioni elaborate.

L’evento casuale pianificato è un altro aspetto fondante della psicoterapia breve strategica, concetto terapeutico ereditato da Paul Watzlawick e Jhon Weakland della Scuola di Palo Alto.

In sintesi, la soluzione del problema attraverso la psicoterapia breve strategica è rappresentata da strategie e stratagemmi in grado di far cambiare alla persona le proprie tentate soluzioni disfunzionali. Grazie a ciò il paziente è indotto a sperimentare concretamente, attraverso eventi casuali pianificati, l’esperienza emozionale correttiva e a modificare la percezione delle cose che lo costringevano a reazioni patologiche.

Psicoterapeuta ufficiale Centro di Terapia Breve Strategica

Nello specifico l’intervento terapeutico è così strutturato:

Prima fase:
Definizione del problema

Definizione chiara e concreta del problema presentato, si indagano le tentate soluzioni fallimentari messe in atto nel tentativo di fronteggiare e risolvere la situazione, definendo il sistema percettivo reattivo disfunzionale che lo mantiene. Accordo sugli obiettivi del percorso terapeutico e prime manovre di intervento per sbloccare il problema. Costruzione congiunta della relazione terapeutica.

Seconda fase:
Sblocco del problema

Rottura del circolo vizioso e ridefinizione dei primi cambiamenti. Con l’individuazione del sistema percettivo reattivo specifico della persona e delle tentate soluzioni messe in atto, si utilizzano strategie e manovre terapeutiche ben calibrate per agire sul quel sistema irrigidito disfunzionale che mantiene il disturbo. La terapia si adatta alle peculiari caratteristiche della persona.

Terza fase:
Consolidamento

Modifica del sistema percettivo-reattivo da disfunzionale in funzionale: il soggetto ha acquisito nuove modalità più flessibili di percezione e reazione alla realtà. Si misurano gli effetti ottenuti, con l’obiettivo di consolidarli, promuovendo ulteriori cambiamenti progressivi per il raggiungimento degli obiettivi concreti stabiliti. Si mettono in risalto le capacità e le risorse del soggetto nell’esecuzione del lavoro svolto con impegno e tenacia.

Quarta Fase:
Chiusura della terapia

Raggiungimento completo dell’autonomia personale. Si procede ad un riepilogo e ad una spiegazione dettagliata del processo terapeutico che è stato svolto e delle strategie utilizzate. Una ridefinizione finale utile per rendere consapevole il paziente che la sua realtà psichica e comportamentale è cambiata grazie ad un intervento sistematico e scientifico in cui egli ha giocato un ruolo da protagonista mettendo in gioco tutte le sue risorse.

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